E così è ufficialmente iniziato anche il nuovo anno cinematografico. Nella fattispecie il primo film del 2018 che sono andato a vedere al cinema è un horror, per la precisione Insidious: l’ultima chiave. La sala che ci ha accolto era quasi deserta, eccezion fatta per un’altra persona, ma la cosa non ci ha spaventato e ci siamo comodamente seduti in attesa che iniziasse il nuovo sequel della saga. In particolare la pellicola rappresenta il quarto capitolo e prequel diretto del primo film targato Insidious (2010), incastrandosi fra quest’ultimo e il prequel uscito nel 2015.
L’ultima chiave è un film diretto da Adam Robitel nel quale vediamo tornare Elise Rainier, interpretata dall’attrice Lin Shaye, la sensitiva che aveva aiutato la famiglia Lambert, in questo caso, cronologicamente parlando, deve ancora farlo, e che ha appena salvato la vita di Quinn Brenner. Al suo fianco ci sono gli inseparabili Tucker (Angus Sampson) e Specs (Leigh Whannel), suoi soci nelle questioni ultraterrene. In questo nuovo capitolo l’anziana si ritrova a dover tornare nella casa in cui è cresciuta, nel Nuovo Messico, e in cui non solo ha imparato a conoscere il suo dono ma dove ha liberato anche una misteriosa entità maligna. La casa, dalla quale la donna è poi fuggita, serba una serie di dolorosi ricordi legati in parte alle presenze ultraterrene e in parte ad amare esperienze nel relazionarsi con il padre. Ora, l’uomo che vive nella dimora dei suoi genitori, Ted Garza, ha richiesto il suo aiuto perché alcuni fantasmi sembrano tormentarlo. Così Elise parte alla volta della vecchia abitazione che giace vicino a un penitenziario con un braccio della morte che in passato era particolarmente attivo.
Non so se sia io ad essermi trasformato in una persona con lo spavento più facile, o ancora, magari ha influito l’effetto cinema, ma è un film che un bel po’ di salti sulla sedia li fa fare. L’uso degli effetti sonori è azzeccato e spesso volutamente fuorviante e contribuisce, insieme a una serie di solidi colpi di scena, a creare un senso di tensione costante per tutta la visione. Le tematiche trattate sono un po’ quelle classiche del genere, il leitmotiv è che il male non ha solo forma spiritica ma anche e soprattutto fisica. I demoni peggiori sono quelli che camminano sulla terra, insomma.
L’unica nota un po’ stonata del film è forse, nei minuti finali, il riproporsi di un tema ricorrente e un po’ troppo abusato che in un certo modo risolve la situazione. Perdonate la cripticità, ma non voglio correre il rischio di fare spoiler. Con l’eccezione di questo stratagemma L’ultima chiave è un film perfettamente godibile, di cui sono particolarmente entusiasta, e che si incastra coerentemente con gli altri capitoli della saga. Il fatto che sia un prequel e che in linea di massima uno possa immaginarsi il finale non pesa e lo spettatore non corre assolutamente il rischio di annoiarsi.
Insomma, se siete fan di Insidious e avevate qualche dubbio sull’andare a vederlo o meno, non indugiate. E se siete nuovi alla saga e temete di non comprendere nulla non avendo visto i capitoli precedenti, non indugiate nemmeno voi, si può vedere anche come episodio a sé stante.
-Davide