Ancora nel mese di luglio, a distanza di quasi due mesi, il Salone del libro fa sentire la sua eco. Uno dei volumi che abbiamo arraffato agli stand di questa edizione è H.P. Lovecraft – Da altrove e altri racconti, scritto e disegnato da Erik Kriek e pubblicato qui in Italia dai ragazzi di Eris Edizioni nella traduzione di Alexander Tegelaars.
Kriek, finora, era un terreno completamente inesplorato. L’artista è olandese e proprio nel paese in cui è nato, vive e lavora ha vinto nel 2008 il premio dell’associazione Stripschap, un traguardo importante che lo ha fatto entrare a buon diritto nel pantheon degli artisti olandesi più influenti. Kriek nutre un fascino smisurato per le ambientazioni e la letteratura gotica, non a caso ha lavorato all’opera dedicata a Lovecraft e ha prodotto un altro fumetto che riecheggia proprio tali ambientazioni, In the Pines, pubblicato anche questa volta da Eris.
Nel volume dedicato a Lovecraft, l’autore interpreta cinque celebri storie del solitario di Providence, affiancando al terrore lovecraftiano la propria personalissima visione. I cinque racconti scelti, nell’ordine in cui compaiono nel fumetto, sono L’estraneo, Il colore venuto dallo spazio, Dagon, Da altrove e, l’immancabile, La maschera di Insmouth. L’autore si è preso poche libertà narrative, la storia infatti ricalca grosso modo le opere originali dello scrittore americano e laddove devia dal tracciato, lo fa con gusto e raffinatezza.
Per chi fosse poco avvezzo a Lovecraft, lo scrittore (Providence 1890-1937) è il padre fondatore del racconto dell’orrore che affonda le sue radici nel terrore materiale. Lovecraft non è mai stato interessato a dipingere la psiche umana e a farne un’analisi approfondita, le creature e le situazioni che i suoi personaggi affrontano sono, per quanto inverosimili, tremendamente reali e ineluttabili. In particolar modo, con il ciclo di storie dedicato a Cthulhu, crea una vero e proprio pantheon di mostri –divinità che aspettano soltanto di sottrarre al dominio umano la Terra. Un evento inarrestabile, punto fermo nella storia futura dell’uomo.
Kriek compie due precise scelte stilistiche, fra le tante. Una è quella di impiegare il bianco e nero e l’altra è quella di ispirarsi agli EC Comics. L’uso del bianco e nero è una scelta efficace, che dona al lettore e al lovecraftiano doc uno sguardo diverso a quello cui generalmente è abituato, ovvero uno sguardo offuscato da una nebbiolina verde malsano che spesso richiama lo Cthulhu delle copertine di tante raccolte di racconti. In certi casi si potrebbe dire che il bianco e nero è in qualche misura quasi obbligato. Nella selezione dei cinque racconti abbiamo citato Il colore venuto dallo spazio. Nella storia, un meteorite cade vicino a una fattoria, rilasciando una foschia di un colore mai immaginato dall’uomo, di proprietà aliene, se vogliamo. Proprio qui, il bianco e il nero possono offrire un salvagente al lettore, mantenendo intatto il patto di incredulità e fornendogli l’opportunità di fare completo affidamento sulla sua immaginazione, creando un ponte tra narrazione scritta e narrazione fumettistica.
Quando si parla di EC Comics, invece, si fa riferimento alla Entertainment Comics, una casa editrice statunitense fondata da William Gaines negli anni Quaranta. Questa casa editrice è stata specializzata nel genere, dalla crime story all’orrore, dai racconti umoristici a quelli fantascientifici. Il tratto dominante di questa produzione artistica (oltre al già sopracitato bianco e nero) e che ritroviamo anche nell’opera di Kriek, è quello di raffigurare i personaggi con linee ben distinte e con una figura non troppo realistica. Una scelta che in questo caso è particolarmente calzante per la natura mostruosa del pantheon lovecraftiano ma anche perché, inevitabilmente, anche l’uomo ha sempre una componente deumanizzante, che lo avvicina molto più di quanto vorrebbe ai mostri a cui sta cercando di sfuggire.
L’opera di Kriek è una lettura da collezione per gli appassionati di Lovecraft ma è anche una storia per tutti i lettori affascinati dal terrore perché con pochi tratti, l’autore, riesce a condensare le storie partorite dagli incubi del solitario di Providence e a dare forma agli inimmaginabili orrori che le popolano.
-Davide
Pingback: H. P. Lovecraft & I miti di Cthulhu: influenzare il terrore – – Radical Ging –