La Dorsale: l’anno del ferro di Maria Gaia Belli

Quando si parla di letteratura fantastica in Italia spesso si storce qualche naso, alludendo alla scarsità di autrici e autori che a questo genere si dedicano. È vero che ancora oggi in certi ambienti culturali è, purtroppo, possibile percepire un senso di superiorità letteraria (falsissimo) rispetto al genere, ma per fortuna la situazione non è così tragica come si può pensare. Sono veramente molte le voci che si stanno rivolgendo a questo particolare universo (e molte altre lo hanno sempre frequentato). Uno dei casi più recenti è la trilogia della Dorsale di Maria Gaia Belli, che è stata lanciata con il primo volume, L’anno del ferro, dalla piccola casa editrice effequ.

Maria Gaia Belli è redattrice, copywriter e docente di laboratori per bambini e ragazzi. Ha contribuito alla fondazione della rivista Tropismi e all’antologia Hortus mirabilis. Storie di piante immaginarie, pubblicata per Moscabianca. Con La Dorsale fa il suo ingresso nella serialità, quella letteraria, e dà il via a un’interessante storia fantastica che mescola la tradizione del genere ad alcuni elementi di modernità.

La dorsale che dà il nome alla trilogia è una lunga e massiccia catena montuosa che separa il Nord e il Sud del mondo. Due sono i centri abitati principali, la città di P., ricca e pantagruelica, e la città di V., «bella e povera». A ridosso della dorsale invece è tutto un fiorire di piccoli villaggi e casupole sparse, una manna per i contrabbandieri, che trafficano di materiali illeciti, draghi e bambini. Sulla dorsale si trova anche l’Accademia, dove vengono addestrati futuri soldati e i draghi da corsa, passatempo di molti scommettitori da bar. In questo mondo complesso, dove a draghi di ogni forma e misura si affiancano computer, telefoni e altri apparecchi tecnologici, Kam, Luk e Key iniziano ciascuno il proprio percorso, un percorso che li porterà inevitabilmente a Leia e all’Accademia.

Il primo particolare che spicca è proprio questa commistione di tecnologie, rudimentali e moderne – si va a caccia con arco e frecce ma esistono la corrente elettrica e altre meraviglie del mondo contemporaneo –, qualcosa che si può spiegare con il profondo divario sociale ed economico che separa le persone che abitano questi territori. A città di V. Luk è costretto a vivere di lavoretti e piccoli furti per sostenere la sua famiglia; Kam vive sulla dorsale col Generale, l’uomo che un giorno l’ha comprata, e lavora duramente tutto il tempo, con pochi agi e assenza totale di strumenti tecnologici; Key è il secondogenito di uno degli uomini più ricchi del Nord e non ha mai conosciuto la fame. Punto d’unione e scontro tra tutti questi piccoli universi è l’Accademia, dove si arruolano ragazzi da Nord a Sud.

Kam, Luk e Key sono i protagonisti della storia. Il loro è un vero e proprio percorso di formazione che ricorda quello di altre serie fantasy come La saga dei maghi di Trudi Canavan o La trilogia della terra spezzata di N.K. Jemisin. Ai tre personaggi, Belli dedica una sezione ciascuno. In ognuna di queste sezioni l’autrice adatta il proprio stile e la propria voce a quelli dei suoi protagonisti. Prosa e registro cambiano, mutando al mutare del personaggio, in modo che emergano tre ragazzi perfettamente caratterizzati e tridimensionali. Così, pur essendo evidente che questo primo capitolo della serie è soltanto una sorta di lungo prologo di presentazione, nulla viene perso in termini di godibilità e coinvolgimento.

Non sappiamo cosa ci aspetta nei due romanzi successivi, con l’eccezione di un particolare. Una guerra si staglia all’orizzonte, anche se non abbiamo idea di quali saranno le parti coinvolte. Questa introduzione al mondo che ruota intorno alla dorsale – che ricorda per certi versi il ruolo di protezione ed escludente a un tempo della Barriera delle Cronache del ghiaccio e del fuoco di George Martin – è un ottimo biglietto di presentazione, per il romanzo e per l’autrice. Siamo sicuri che tornare al fianco di Kam, Luk e Key sarà una bellissima avventura, e non vediamo l’ora di viverla.

-Davide

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