Il Cuore di Lombroso: uno Sherlock Holmes alla bagna càuda

Il 13 dicembre, al Museo di Antropologia criminale “Cesare Lombroso” di Torino, si è svolta la presentazione di un volumetto molto speciale, fresco fresco di stampa, Il Cuore di Lombroso, di Davide Barzi e Francesco De Stena, edito nella collana Le Storie da Sergio Bonelli Editore. Già il titolo suggerisce quello che è a tutti gli effetti un cross over tra il personaggio storico di Cesare Lombroso e i personaggi inventati del libro Cuore, dello scrittore ligure Edmondo De Amicis. Ma andiamo con ordine.

Per chi non lo conoscesse, Cesare Lombroso è uno scienziato della Torino dell’Unità d’Italia che, dal 1876 fu professore ordinario di Medicina legale e di Igiene pubblica all’Università degli studi di Torino. Proprio in quell’anno poi venne pubblicato L’uomo delinquente, l’opera di Lombroso, divisa in quattro volumi, che segnò la popolarità dell’uomo all’epoca. Nel testo in questione lo studioso cerca di stabilire le caratteristiche fondamentali per individuare i tipi criminali, ovvero quei tratti somatici che dovrebbero essere comuni a tutti i delinquenti, per l’appunto. La figura del Lombroso è ancora oggi molto discussa per via delle tesi fortemente contraddittorie che in seguito lo stesso autore arriverà a mettere in dubbio. Ma il Lombroso che ci viene raccontato nel fumetto è quello della pubblicazione dei Palimsesti del carcere, nel 1888, un uomo maturo che vive nel capoluogo piemontese ormai da tempo. Un Lombroso che, e qui la finzione si unisce alla realtà, in seguito al suicidio del maestro Perboni, si trova coinvolto in una indagine insieme al Garrone del libro Cuore, l’ex studente si ritrova nel ruolo di un Watson tutto italiano. I ragazzi del libro di De Amicis sono in pericolo, e solo Lombroso può salvarli, scoprendo il misterioso assassino e mescolando le proprie intuizioni al metodo scientifico.

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La trama è semplice e coinvolgente, nel migliore stile della detective story, solo che questa volta, invece di trovarci a Londra o nella campagna inglese (come ci hanno abituati alcuni dei più grandi scrittori della Golden Age della crime fiction britannica) siamo a Torino, persi tra le vie del centro storico e il Borgo Medievale, tra inseguimenti e interrogatori improvvisati. La storia, di Davide Barzi, unita ai disegni, di Francesco De Stena, tengono il lettore incollato alle pagine, finché non riesce a trovare la soluzione dell’enigma.

Un plauso speciale lo meritano poi la precisione e l’accuratezza nei dettagli storici e geografici tanto che non solo ci si diverte, nella lettura, ma si scoprono dettagli della propria città a cui prima non si faceva caso. E poi il gioco dei neri, i chiaroscuri e la natura delle indagini del Lombroso contribuiscono a tirare fuori la vera anima di Torino, quella noir, che tanto affascina i turisti e chi ci vive dentro. La città misteriosa, che accanto alla ricchezza storica è custode di drammi e eventi indicibili.

Insomma, per chi ama la città e chi conosce il personaggio di Lombroso, si tratta di un volume davvero imperdibile. Vista la natura breve e autoconclusiva, senza tenere da conto il prezzo contenuto, è un vero affare anche per chi non è avvezzo al mondo dei fumetti o per chi vi si approccia per la prima volta. Che aspettate? Fate un salto a Torino e scoprite uno dei personaggi più controversi dell’elegante città sabauda!

-Davide

2 pensieri su “Il Cuore di Lombroso: uno Sherlock Holmes alla bagna càuda

  1. interessante questo fumetto, ci farò un pensierino…
    anche se Lombroso devo dire che lo conosco già bene, dai tempi dell’esame di Medicina legale a Torino, con il prof. Baima Bollone, che è “l’erede” di Lombroso su quella cattedra (io lo feci a Giurisprudenza, in forma light, ovviamente, rispetto allo stesso corso che teneva alla facoltà di medicina)…
    uno dei due libri su cui si dava l’esame era Dall’antropologia criminale alla criminologia, ed era quasi tutto incentrato su Lombroso e le sue teorie…
    eppure non ho mai visitato il museo e sinceramente me ne vergogno visto che sto ormai da quindici anni a Torino… 😦

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