L’età adulta è l’inferno: Lovecraft e Sonia Haft Greene

Era una calda giornata di maggio quando, al Salone del Libro di Torino, ho notato questo volumetto allo stand de L’orma editore. Era uno di quei libelli dal formato inconfondibile della collana Pacchetti, su di esso il faccione di Lovecraft spiccava con la sua grande fronte. Il titolo, tratto da una citazione scritta dell’autore, è L’età adulta è l’inferno e si tratta di una raccolta di lettere, curate da Marco Peano, che in qualche modo racconta il rapporto tra Lovecraft e la sua unica moglie, Sonia Haft Greene.

Al padre del terrore materiale erotismo e sentimenti non sono mai realmente interessati. Lovecraft era capace di affrontare la vita con estremo raziocinio e con una precisione e un rigore scientifici. Accostare una parola come romanticismo a questo grande scrittore è perciò quantomeno azzardato, però, c’è un però, la scelta di sposarsi con Sonia, oltre a e essere dettata da problemi economici, trova bacino nella profonda stima che il solitario di Providence nutriva nei confronti della donna e dei suoi lavori.

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I due coltivano la propria relazione in seno al circolo di giornalisti dillettanti di cui entrambi fanno parte. In un primo momento Lovecraft non rimane particolarmente colpito dallo stile di scrittura della giovane ma avrà di che ricredersi quando la Greene pubblicherà The Rainbow, un saggio editoriale che lascia una lusinghiera impressione nell’uomo.

Di scambi epistolari tra i due non rimane quasi nulla. Tuttavia, è possibile ripercorrere il loro rapporto a partire da due dettagli fondamentali: uno è l’aspetto economico-finanziario e l’altro è un fatto realmente accaduto.  Abbiamo già anticipato che la povertà dell’autore, che non aveva più nemmeno le finanze necessarie per poter gestire e curare la dimora materna a Providence, ebbe un discreto peso nella decisione di sposarsi,  e fu proprio per questo che decise di trasferirsi nella casa della moglie a New York. Lì, in quella città fascinosa, almeno agli inizi, poi covo di “figure mostruose” e luogo a lui profondamente avverso, si consuma rapidamente la fiamma del matrimonio. Un miscuglio di ragioni, che va dal semplice fatto che lo scrittore fatica a trovare lavoro, che il rapporto tra i due non è così idilliaco come avevano sperato, fino ai problemi di salute di Sonia, porterà i due alla decisione di separarsi. Il divorzio segnerà dunque l’inevitabile ritorno a Providence e alle zie.

L’altro dettaglio, l’evento, riguarda la prima notte di nozze.  Nel 1924, Lovecraft venne commissionato dal mago Harry Houdini per scrivere un racconto che lo avesse come protagonista e che ripercorresse le avventure di un viaggio al Cairo in cui sosteneva di essere stato imprigionato in una cripta da due beduini. Sotto le piramidi così venne accettato dalla rivista Weird Tales ma è qui che avvenne l’imprevisto. La prima stesura sparì nel nulla e lo scrittore, nel tentativo di rispettare la scadenza e ottenere uno dei compensi più alti che fino a quel momento gli fossero stati offerti per la pubblicazione di un’opera, decise di riscrivere, proprio durante quella prima notte in luna di miele, l’intero racconto. Il tutto con l’aiuto della neo-moglie Sonia, che gli stette vicina finché l’ultima parola non venne battuta a macchina. Entrambi erano evidentemente devoti al proprio lavoro, che consideravano più importante di qualsiasi altra cosa, e la donna lo comprendeva alla perfezione, pronta a fare di quel disastro un momento di condivisione.

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In seguito al divorzio, la Greene, che con Lovecraft aveva contratto il suo secondo matrimonio, si risposerà per un’ultima volta. Il solitario di Providence, invece, non si risposerà più, ma si getterà a capofitto nella creazione di quella serie di racconti, appartenenti al ciclo di Cthulhu ma non solo, che ancora oggi sono in grado di tormentare i nostri sogni.

Gli ultimi undici anni della sua vita furono i più prolifici di sempre, fino al momento in cui venne ricoverato al Jane Brown Memorial Hospital di Providence. Lì gli venne diagnosticato un tumore all’intestino tenue e, soltanto cinque giorni dopo, Lovecraft si spense all’età di 46 anni.

Quello che resta sono alcune lettere, moltissimi racconti, e un senso di terrore che solo questo scrittore, questo “solitario” sapeva come risvegliare nell’animo umano.

 

-Davide

2 pensieri su “L’età adulta è l’inferno: Lovecraft e Sonia Haft Greene

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