#RadicalBookFair | Intervista a Giulia Paganelli: Librificio e Pour Parler

Romagnola di nascita ma cittadina del mondo, amo viaggiare in ogni dove e non solo con la mente. Lettrice compulsiva, ho incontrato la lettura da piccola e non l’ho più lasciata: amo perdermi tra le pagine, scoprire nuove storie, frugare tra le bancarelle dell’usato alla ricerca di autori dimenticati. Parlo di libri dalla mattina alla sera e quando i miei amici esasperati hanno detto basta, ho deciso di aprire Librificio.

Non potevamo non chiedere a Giulia Paganelli, su Instagram @librificio, di parlarci del suo ruolo di comunicatrice di libri online – ma non solo! Lasciamo a lei la parola, trovate le sue risposte alle nostre domande qui sotto.


Giulia Paganelli, conosciuta su Instagram come @librificio, dove la tua prima foto risale al 2014. Com’è nata la passione per i libri e come ti sei avvicinata al mondo dei social?

Tutti i miei primi ricordi sono legati alla lettura – ho avuto la fortuna di crescere in un casa piena di libri, ho sempre visto sia mia mamma che mio babbo con un libro in mano, quindi da bambina ero fortemente attratta da questo mondo. La lettura mi ha sempre tenuto compagnia, mi ha fatto conoscere mondi diversi e mi ha aperto gli occhi, mi ha dato coraggio quando ne avevo bisogno e regalato nuove prospettive. L’incontro con il mondo dei social è avvenuto quasi per caso, dopo una chiacchierata con una persona cara al tempo: ho iniziato a pubblicare le mie letture tanti anni fa, quando ancora il termine bookinfluencer non esisteva, per amore della lettura e della condivisione. Sono sempre stata una chiacchierona e mi sembrava bellissimo poter parlare di una mia passione su una piattaforma che mi metteva in contatto con persone che avevano il mio stesso desiderio.

Cercando qua e là, da bravi investigatori, abbiamo visto che hai lavorato anche nell’ambiente dell’editoria, ci vuoi dire qualcosa di più?

Sì, ho fatto un’esperienza di un anno circa in una piccola casa editrice di Bologna – è stata un’esperienza molto bella e formativa. Il vantaggio di essere in una CE piccola è poter vedere tutto il processo editoriale dall’inizio alla fine: dall’arrivo delle prime bozze, alla loro correzione, la fase di editing e tutta la parte grafica e anche ciò che viene dopo, una volta che il libro è pubblicato, come il lavoro dell’ufficio stampa e della promozione del libro stesso.
E poi, lavorando sugli stessi libri, ho conosciuto la Madda, mia compagna di avventure per il nostro podcast PourParler.

Questo tuo ruolo – quello in ambito editoriale – in che modo ha cambiato ila tua prospettiva sul mondo dei libri?

Lo ha semplicemente arricchito, mostrandomi ciò che c’è dietro ad una copertina

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In che modo pensi che la figura dell’influencer possa arricchire il discorso sui libri e sulla letteratura in generale?

Sinceramente parlare di influencer mi fa sempre un po’ strano, almeno per quel che riguarda me stessa; io credo che parlare pubblicamente di libri possa essere un valore aggiunto, ascoltare un altro punto di vista o un parere diverso arricchisce sempre. Io per prima ho scoperto autori che adesso amo oppure ho cambiato idea su libri già letti proprio confrontandomi con altre persone su Ig e trovo bellissimi tutti questi scambi.

La te sui social ha modificato la te lettrice? Ti ha influenzato nella scelta delle letture e nel modo in cui leggi?

Assolutamente no! Instagram per me non è un lavoro, quindi non mi sento costretta a leggere niente che non voglia.

Quando si comunica online, ma non solo, l’importante è creare una community: qual è il segreto per coinvolgere i lettori in un dibattito sano e interessante sui social e cosa, secondo te, non bisogna mai fare?

Può sembrare banale, ma credo che la spontaneità vinca sempre: quando raccontiamo un libro si vede subito se lo abbiamo davvero amato o no, ed essere sempre sinceri avvicina le persone.

A me piace condividere nuovi spunti, che sia un autore sconosciuto, un’artista appena scoperto o una nuova prospettiva su un classico – amo creare conversazioni su quello che colpisce la mia attenzione, tante volte ho imparato cose nuove da chi mi ascolta, è un discorso sempre vivo che si arricchisce giorno dopo giorno.

Non solo Instagram però! Sappiamo che conduci anche Pour Parler insieme a Maddalena (@maddamadeleine). Come è nata l’idea del podcast e del suo format?

Era da tanto che volevamo fare una rivista letteraria insieme – l’idea del podcast è stata in realtà di Madda: in Inghilterra il mondo dei podcast è molto più avanti rispetto all’Italia e quindi è stata una naturale conseguenza sceglierlo. Abbiamo pensato di trasportare le nostre chiacchiere sui libri davanti a un microfono, e così è nato PourParler. Raccontiamo quindi i libri che abbiamo amato e ricordiamo i grandi autori della letteratura italiana e straniera, intervistando anche ricercatori e accademici.

PourParler

Andiamo più sul tecnico. Visto che Maddalena non vive in Italia, come gestite la registrazione? Come vi preparate? C’è una tabella di marcia?

All’inizio è stata dura registrare a distanza, poi abbiamo escogitato un furbo stratagemma per farlo funzionare nonostante nessuna delle due abbia la strumentazione adeguata.
L’idea di una puntata nasce in maniera molto spontanea, seguiamo ciò che ci ha colpito in quel determinato momento – la fase di preparazione invece è più ragionata, facciamo tanta ricerca e poi ci confrontiamo sull’interpretazione dei libri, su cosa abbiamo amato, e non sempre ci troviamo d’accordo!

Parlare a un microfono e parlare di fronte a uno schermo richiedono due approcci molto diversi. In che modo affronti queste due sfide? Quali sono le differenze sostanziali che hai notato?

Sì, sono due modalità di racconto piuttosto diverse: nel video ci si aiuta anche con la gestualità e la mimica, mentre parlando a un microfono do più importanza al tono della voce e alla scelta delle parole. C’è anche da dire che quando faccio video su Ig non mi preparo mai: sono condivisioni spontanee di quello che voglio raccontare in quel momento, invece prima di registrare so sempre cosa andrò a condividere.

Nella scorsa edizione di Più libri Più liberi hai partecipato allo “speed dating” organizzato per far incontrare editori e influencer. Ce ne puoi parlare?

È stata una iniziativa davvero molto interessante, che mi ha permesso di incontrare case editrici che prima non conoscevo; sono state chiacchiere molto proficue, ho segnato tantissimi titoli nuovi e scoperto autori affascinanti. Mi sarebbe piaciuto avere un po’ più tempo con ogni casa editrice, è stato tutto molto veloce purtroppo. Ma si sa, io parlerei per ore!

Prima di lasciarci, considerando il momento difficile in cui stiamo vivendo come pensi che cambierà il mondo degli influencer finita l’emergenza? Potrebbe essere l’opportunità per un rinnovamento nella forma e nei contenuti?

Secondo me questa situazione in parte ha aiutato il mondo degli influencer che parlano di libri perché le persone, avendo più tempo costrette in casa, hanno scoperto nuove pagine e nuove modalità di fruire i contenuti – spero che un ritorno alla normalità non blocchi tutte le bellissime iniziative nate su Instagram in questo momento di difficoltà.

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