#ReadChristie2020: Alla deriva, Poirot, Shakespeare e Tennyson

Ottobre è arrivato bruscamente con le sue nebbie, il freddo, le foglie gialle, e tanto veloce se ne sta per andare, lasciando il posto a novembre. Prima che finisca, vi parliamo della tappa mensile della #ReadChristie2020. La consegna imponeva la lettura di un libro di Agatha Christie che fosse stato influenzato (mai parola fu più SEO friendly in questo periodo) dalle sue letture. Così abbiamo optato per un romanzo con Poirot: Alla deriva.

Taken at the Flood, in originale, tradotto in italiano da Giovanna Soncelli, viene pubblicato per la prima volta nel Regno Unito nel 1948. Il titolo, sia per la versione inglese sia per quella americana (There is a Tide) è una diretta citazione al Giulio Cesare di William Shakespeare.

There is a tide in the affairs of men,
Which, taken at the flood, leads on to fortune;
Omitted, all the voyage of their life
Is bound in shallows and in miseries.

C’è una marea nelle cose degli uomini
che, colta al flusso, mena alla fortuna;
negletta, tutto il viaggio della vita
s’incaglia su fondali di miserie.

William Shakespeare, Giulio Cesare, Atto IV, scena III

Alla deriva viene pubblicato in pieno secondo dopoguerra. La situazione in Inghilterra, come nel resto d’Europa d’altronde, non era delle più rosee, e la Christie decide di raccontare la cruda verità degli enormi cambiamenti che stanno sconvolgendo la società e la vita quotidiana degli inglesi.

Non esiste un club in cui non ci sia un seccatore. Il Coronation Club non faceva eccezione alla regola e, nonostante l’incursione aerea in atto, le cose procedevano come sempre.

Il romanzo si apre con un prologo che, come da tradizione shakespeariana, contiene tutti gli elementi principali della storia che andremo a leggere.

Londra, 1944, Coronation Club. Un certo maggiore Porter racconta la storia della morte di Gordon Cloade, perito sotto un bombardamento. A quanto pare il poveretto era appena tornato dagli Stati Uniti, dove aveva trovato anche moglie, la giovane, giovanissima, signora Underhay in Cloade, che adesso era in possesso dell’enorme patrimonio del marito.

Signora Underhay perché già vedova di Robert Underhay, sposato a Città del Capo. I due avevano deciso di vivere in Nigeria, nel bel mezzo della foresta. La vita in isolamento e nella solitudine non faceva per la giovane donna. Porter, amico di Underhay, racconta di come Robert comprendesse il suo malessere, e che non si sarebbe fatto problemi a ridarle la libertà, anche a costo di fingere la propria morte e riapparire, magari anni dopo, con un’altra identità, come un novello Enoch Arden.

Non erano stati necessari sotterfugi però, perché Underhay era morto nel cuore della foresta, circondato soltanto dai nativi del luogo (sentiamo in lontananza l’eco dei tamburi di Cuore di tenebra di Conrad).

Il maggiore continua a parlare, indispettendo uno strano figuro e incuriosendo un uomo dai baffi mastodontici e dagli occhi verdi, Hercule Poirot. Sarà poi Poirot, alla fine del prologo, a leggere sul giornale della morte di un certo Enoch Arden a Warmsley Vale, dopo aver ricevuto la visita di una strana donna che, in preda a delle “influenze spiritiche”, si diceva convinta che Underhay in realtà fosse ancora vivo.

Come dicevamo, la citazione principale è al Giulio Cesare, ma ce n’è un’altra ancora più importante per la trama: Enoch Arden è il nome di un’opera e di un personaggio di Lord Tennyson. Nella letteratura, Enoch è un pescatore che si reinventa mercante. Un giorno decide di salpare con il suo capitano lasciando a casa moglie e figli. La nave su cui si trova affonda, lasciandolo naufrago insieme a due suoi compagni su un’isola deserta.

Soltanto diversi anni dopo, più di dieci, riuscirà a tornare sulla terraferma e a ricongiungersi con la sua famiglia. Ma, una volta resosi conto che sua moglie si è risposata decide di non rivelarle la sua identità (in antitesi all’episodio di Odisseo e Penelope), lasciandola in pace per poi morire di crepacuore.

In Alla deriva la Christie racconta un intero paese alle prese con la ricostruzione, con il riassestamento e con la nozione che niente sarà e potrà essere come lo era prima. Nuove costruzioni nascono dalle macerie, nuovi centri abitati, le gerarchie sociali cambiano e tutto sembra perdere rilevanza (a meno che, fa notare Adela, non ci si trovi in provincia, dove certe cose ancora hanno importanza).

Lontani sono i tempi delle case padronali piene di cameriere, giardinieri e maggiordomi, ora è il tempo delle cuoche che contrattano al mercato nero. Anche i vicini sono cambiati, perché una volta nel paesino ci si conosceva tutti, adesso non più.

Alla deriva è un romanzo classico, ma ha anche qualcosa di insolito. L’investigatore belga fa la sua apparizione solo a storia inoltrata, e forse il romanzo avrebbe goduto della sua assenza. La conclusione poi, è decisamente strana, forse poco coerente col resto della storia.

Per il mese di novembre, il penultimo della #ReadChristie2020, bisogna leggere una storia ispirata da un evento nella vita di Agatha Christie. Come al solito i nostri consigli verranno pubblicati a breve sul nostro profilo Instagram!

-Davide & Marco

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